Il Tai Ji Quan, che si può tradurre come Pugilato del Principio Supremo, è caratterizzato in genere da tecniche morbide, varie, ampie eseguite lentamente senza alcuna interruzione, prediligendo l’uso delle braccia; si pone l’attenzione sull’atteggiamento a spirale del corpo, dovuto all’inarcamento del busto e degli arti, in ossequio della filosofia delle 13 parole chiave: cioè le 8 porte (tecniche base) e le 5 camminate (dottrina dei 5 elementi).

La scuola Yang è oggi la più diffusa nel mondo, grazie anche all’importante azione divulgativa del Ministero dell’Educazione fisica della Repubblica Popolare Cinese.

Il Tai Ji Quan è praticabile ad ogni età; l’allenamento consiste nello studio di progressioni motorie eseguite lentamente per aver maggior coscienza del movimento corporeo, ma a livello avanzato anche con rapidi cambi di velocità ed emissioni di energia. La pratica si può arricchire dello studio di alcune armi come spade, sciabole, lancia, bastone, ventaglio, ecc…, come estensione del proprio corpo.

I testi medici cinesi decantano gli effetti curativi del Tai Ji Quan nei confronti di patologie croniche del tipo nevrastenia, nevralgia, cardiopatia, enterogastrite, artrite, tubercolosi, diabete ed alcuni casi di tumore.

Più semplicemente è possibile credere che il movimento corporeo a rallentatore favorisca il rilassamento e l’introspezione; inoltre la contrazione alternata dei principali gruppi muscolari, attraverso movimenti a spirale di ogni segmento corporeo, massaggia dolcemente ma intensamente ogni plesso articolare, permettendo di riappropriarsi della corretta postura del rachide sul bacino; la particolare respirazione che ne deriva costringe il diaframma a comprimere e rilassare i visceri, riattivandone il corretto flusso sanguigno e linfatico; infine il ripristino dei Jing Luo (canali di scorrimento dell’energia vitale) promuovono l’ottimale circolazione del Qi nel corpo, evitando ristagni patologici.